Ai rifugi Amola-Segantini e Cornisello

Siete qui: Homepage > Escursioni > Escursioni1 > Segantini

Facile e divertente escursione è quella fissata per la odierna e calda domenica estiva: il rifugio Amola-Segantini, ai piedi del versante sud-orientale della cima Presanella. Nella variante del ritorno, tocchiamo il Lago Nero e i laghi di Cornisello.
L'accesso è la Val Nambrone sul cui fondo scorre uno dei rami del fiume Sarca.
Il sentierino, ben segnalato e abbastanza ripido, fa emergere subito il diverso grado di allenamento dei miei compagni e così il gruppo, dopo una ventina di minuti di salita, si sgrana.
Poi, vista l'impossibilità di sbagliare percorso, mi viene data la "licenza" di proseguire con il mio passo più spedito rispetto a quello degli altri. Mentre guadagno metri in altezza, ripenso a "Resurrezione" di Tolstoj, il fantastico romanzo che sto leggendo in questi giorni.
Nelle prime duecento pagine il personaggio più coinvolgente è il principe Nichljudov, diviso tra "uomo animale" e "uomo spirituale". L'uomo "animale" aspira a quanto è bene solo per sé stesso e a tale bene è pronto a sacrificare il bene del mondo intero; l'altro, spirituale, non aspira per sé stesso se non a un bene che sia tale anche per gli altri.
In lui trovo aspetti nei quali identificarmi e riconoscermi: la difficoltà a prendere le distanze dal perbenismo sociale, il sofferto percorso di un uomo in preda ai rimorsi ma perennemente alla ricerca del riscatto morale, la coscienza di non poter giudicare nessuno se si è agito in modo sleale con gli altri.
Katiusha, la ragazza da lui sedotta ed abbandonata, per il momento, non è ancora entrata nelle mie simpatie: ella, inasprita dalla dure prove della vita, diffida ancora della volontà riparatrice di Nechljudov e rifiuta ostinatamente le sue offerte di aiuto.

Tra questi pensieri, mi ritrovo in prossimità del Rifugio Amola-Segantini e, in attesa dell'arrivo degli altri, mi dedico alle fotografie di due splendidi fiori di montagna: il giglio martagone e la genziana punteggiata o puntuta.

Nel ritorno ho la possibilità di ammirare, dall'alto e con un solo colpo d'occhio, sia il tipico colore verde chiaro dell'acqua di ghiacciaio dei Laghi di Cornisello sia il selvaggio Lago Nero, uno specchio d'acqua con lo sfondo dominato dal maestoso gruppo delle Dolomiti di Brenta, cime alle quali è legato il ricordo di arrampicate giovanili con l'indimenticato amico Giuseppe (Castelletto Inferiore e Superiore, Cima Massari).
A proposito di Cima Massari, proprio dal gestore del rifugio Segantini siamo venuti a conoscenza della morte, nell'inverno scorso, della guida Giorgio, che aveva suggerito a Giuseppe e a me la scalata di questa cima posta di fronte al rifugio Tuckett.

Ecco l'album fotografico dell'escursione.

Pralboino, 15 luglio 2007

Homepage [ CHIUDI ]