"Giobbe" di Joseph Roth

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E' un libro del dolore e della speranza; una storia che commuove intensamente e che parla al cuore sia delle persone animate dalla fede sia di quelle che più semplicemente hanno fiducia nella vita. Due i grandi messaggi che vengono consegnati al lettore dal racconto di Roth:

- la fragilità della fede alberga nel cuore di ogni uomo, anche di colui che apparentemente è più forte e devoto;
- tutti abbiamo diritto ad essere felici non solo dopo la morte ma anche in questa vita terrena.

Mendel Singer, di professione maestro, è un ebreo onestissimo, frugale, abituato ad una vita tranquilla, devotissimo e fedele alle tradizioni. Improvvisamente la vita sua e della famiglia viene sconvolta dalla nascita del quarto figlio, Menuchim, che risulta minorato.
Altre sventure si abbattono su Mendel (è costretto a lasciare la Volinia russa per traferirsi a New York; la guerra gli "porta via" il figlio americano, quello russo è disperso, di Menuchim non si sa più nulla; Deborah, la moglie, non sopravvive al dolore della perdita del figlio; Mirjam, che sembrava essersi ambientata più di tutti, impazzisce e viene ricoverata in manicomio), ma egli sopporta tenacemente tutte le sofferenze, non perde la sua profonda fiducia in Dio e si affida interamente alla volontà di Jahvé, proprio come il biblico Giobbe tentato dal Diavolo Satana.

A un certo punto, però, anche Mendel non riesce più a capire il perché Dio continui a metterlo così duramente alla prova e crolla: si ribella, arriva quasi a bruciare lo scialle rituale e i libri sacri, prorompe nel grido: "Dio voglio bruciare .. Dio è crudele, e più gli si ubbidisce, più ci tratta con severità .. Solo i deboli ama annientare. La debolezza di un uomo eccita la sua forza e l'ubbidienza risveglia la sua ira".

Ma Dio, alla fine, ricompensa il suo "servo". Un giorno ecco che bussa alla sua casa Menuchim, il figlio sempre amato e mai dimenticato, il figlio che ora è sano ed è divenuto celebre e ricco.
Così Mendel Singer può riconciliarsi con la vita e riaprire a Dio il suo cuore così provato dalla sofferenza ma ormai placato.

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