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Il rifugio
si trova sulla Cresta di Costabella a 2530 metri di quota e si può
raggiungere da Passo San Pellegrino (mt. 1890) o da Pozza di Fassa. Noi
scegliamo per l'escursione del 02 settembre 2007 il primo itinerario.
La catena di Costabella, che va dal Passo delle Selle fino al Passo delle
Cirelle,conobbe durissimi combattimenti tra Italiani e Austriaci durante
il primo conflitto mondiale.
Tra il 1915 e il 1917,
l'esercito austriaco, bene appostato sul Passo delle Selle - posizione
chiave all'estremità sud-occidentale del fronte della Marmolada
in quanto porta d'accesso alla Val Monzoni -, vi costruì un piccolo
villaggio di baracche per ricovero di persone e munizioni.
Nei pressi del Passo,
dove si possono tuttora osservare i resti dei baraccamenti, si trova l'attacco
dell'Alta Via Bepi Zac (sentiero alpinistico ben attrezzato), che ripercorre
il tracciato della Guerra Bianca attraverso trincee scavate nel terreno
e nella roccia, passaggi in galleria, tunnel di mina, scale e passerelle
di legno, fra ricoveri in caverna, postazioni, resti di proiettili…
All'appello
come partecipanti alla gita siamo in cinque: Attilio e sua moglie Rina,
Salvatore e la moglie Cilì, lo scrivente.
Dal Passo San Pellegrino ci innalziamo per evidente ed agevole mulattiera
che si snoda, zigzagando, sotto la cabinovia. Lungo il sentiero incontriamo
un gruppo di vigili del fuoco impegnati in una esercitazione per verificare
la presenza di acqua. Che le vacanze per molti siano ormai un ricordo,
lo testimonia l'esiguo numero di escursionisti diretti verso la nostra
stessa meta.
In due
ore siamo al Rifugio Selle, situato tra la Valle dei Monzoni e la Valle
di San Pellegrino; da lì si possono ammirare le incantevoli Dolomiti
(Gruppo del Catinaccio, Torri di Vajolet, Dirupi di Larsec), le Pale di
S. Martino e le cime del vicino territorio ampezzano.
In alcuni di noi ci sarebbe la voglia di continuare sull'Alta Via Bepi
Zac, ma poi, vista l'esiguità del tempo a disposizione, ci accontentiamo
di percorrere un tratto di un altro sentiero aereo ove possiamo osservare
resti di postazioni militari austriache.
Queste parole stanno scritte su una lastra, posta accanto al Rifugio:
Tutti avevano la faccia del Cristo,
nella livida aureola dell'elmetto;
tutti portavano l'insegna del supplizio
nella croce della baionetta,
e nelle tasche
il pane dell'ultima cena,
e nella gola
il pianto dell'ultimo addio.
(Poesia rinvenuta nelle tasche di un soldato caduto sulle Dolomiti)
Il testo
contiene in modo sintetico ma estremamente comunicativo il dramma di tutti
coloro che hanno vissuto sulla propria pelle quella autentica "carneficina".
Ieri come in altre occasioni, ho riflettuto sul coraggio, sulle drammatiche
condizioni di vita, sulla resistenza psico-fisica dei combattenti, sul
pesante tributo di sangue dei due eserciti in contrapposizione tra loro.
Il mio pensiero è andato anche al cinismo dei comandanti supremi,
alla tattica delle fucilazioni e delle decimazioni per stroncare episodi
di insubordinazione, così ben documentati nel libro "Un anno
sull'altipiano" di Emilio Lussu e nel film "Uomini contro"
di Francesco Rosi.
Vedi l'album
fotografico della escursione.
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