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Escursioni3
Ieri, 30 agosto 2013, sono riuscito ad organizzarmi per
un'altra escursione in Val di Fassa insieme con Attilio e Franco. Giornata
non bellissima, secondo le previsioni meteorologiche, ma alla fine risultata
assai piacevole per l'assenza di pioggia e per lo scenario ammirato.
Di buon mattino abbiamo raggiunto il Passo di Costalunga e lasciato la
macchina poco oltre, in prossimità della partenza della sciovia
che porta in alcuni minuti al Rifugio Paolina (mt. 2125). Da qui inizia
la nostra camminata in quota verso il Rifugio Roda di Vael (mt. 2280).
Successivamente il sentiero ci conduce, dopo circa un'ora, al Passo del
Vaiolòn (mt. 2560), punto di partenza per chi vuole provare l'emozione
della ripida ed aerea "ferrata" che porta in vetta alla cima
Roda di Vael (mt. 2800).
Noi non abbiamo l'attrezzatura opportuna (casco, imbragatura, moschettoni,
cordini) e neppure abbiamo in programma di fare la "ferrata".
Così ci cerchiamo uno spiazzo in prossimità del Passo Vaiolòn
per mangiare qualche biscotto e contemplare, tra le nuvole ballerine,
gli appassionati che prendono letteralmente d'assalto la "ferrata".
Ci fanno compagnia alcuni golosi e voraci corvi, evidentemente abituati
ad "elemosinare" briciole di cibo dagli escursionisti.
Dallo zaino, poi, estraggo il mio prezioso "Le ore di Dio" e
leggo una paginetta dal titolo "Guarda le cose in prospettiva".
E' un invito a meditare sulla ricchezza e sull'opportunità di condividere
ciò che abbiamo con il prossimo. E' bello ed è giusto che
ognuno di noi goda dei beni che Dio concede, ma fratellanza e condivisione
sono altrettanto importanti e vanno praticate concretamente e nel quotidiano,
non solo celebrate a parole.
Si legge in Giobbe 1,21: "Il Signore ha dato, il Signore ha tolto.
Sia benedetto il nome del Signore!".
Riprendiamo il cammino e scendiamo il ripido e scosceso
canalone del Vaiolòn per poi deviare verso il Rifugio Fronza alle
Coronelle. Qui ci aspetta un'ottima fetta di torta fatta dal rifugista
con farina di grano saraceno e marmellata di mirtilli, accompagnata da
un buon bicchiere di vino e dal consueto "grappino" finale.
Nel frattempo il cielo si è di molto rasserenato, il sole è
tornato a scaldare l'aria e possiamo ammirare attorno a noi e in tutto
il loro splendore la catena del Latemar, il lago di Carezza e l'imponente
Catinaccio.
Con la gioia negli occhi e nel cuore per la bella escursione,
abbastanza lunga ma non faticosissima, torniamo al Rifugio Paolina per
riprendere la via di casa.
Vedi alcune
immagini dell'escursione.
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