Da circa due anni non visitavo più le Dolomiti della Valle di Fassa e della Val Gardena.

Oggi, grazie alle insistenze degli amici Attilio e Franco, sono ritornato ad ammirare, quasi con commozione, le splendide montagne di quel territorio. Nei giorni scorsi essi mi hanno proposto di raggiungere insieme il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù, che si trova in bellissima posizione ad una quota di 2585 metri nei pressi del Lago di Pisciadù e ai piedi dell'omonima Cima.

Molti anni fa visitai il rifugio, dopo aver percorso la impegnativa Via Ferrata Brigata Tridentina, in circa tre ore. Acqua ne è passata sotto i ponti da quella splendida ed entusiasmante giornata: il nostro fisico e il nostro allenamento non sono più quelli di un tempo, per cui scegliamo di salire al Rifugio Cavazza percorrendo la Val Setus, valle che normalmente gli appassionati di escursionismo alpinistico utilizzano per il ritorno al Passo Gardena.

Dopo tre ore e mezzo di macchina, ci inoltriamo nella valle seguendo il sentiero che, con frequenti zig-zag, ci fa risalire le masse detritiche; successivamente calpestiamo con continue curve i ghiaioni della valle, fino a raggiungere una parete rocciosa dove sono collocati i primi rinforzi attrezzati. Funi, gradini e pioli in ferro aiutano gli escursionisti nel superare un centinaio di metri di dislivello, prima di sbucare sul grande terrazzo ove sorge il Rifugio Cavazza con accanto uno splendido laghetto.

Le poche fotografie scattate trovano la spiegazione in un imbarazzante e personale imprevisto: il giorno precedente ho messo sotto ricarica quattro pile... non ricaricabili. Solo dopo aver raggiunto la meta mi sono reso conto dell'imperdonabile errore da me commesso. Forunatamente Franco mi ha prestato le sue.

Il luogo è molto panoramico e lo sguardo può spaziare all'intorno: dalla cima Pisciadù all'alta Val Badia alle Odle.

Sfoglia le immagini della escursione, se lo desideri.

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