Al Rifugio XII Apostoli da Malga Movlina

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Al Rifugio XII Apostoli da Malga Movlina


Sabato 31 luglio 2021: una giornata a metà tra esperienze belle e brutte.
Di buon mattino raggiungo Malga Movlina (metri 1790) e mi incammino verso la Val di Nardis, ma ogni tanto mi soffermo ad ammirare la meraviglia del gruppo Adamello e in particolare l’imponente Carè Alto che sono alle mie spalle rispetto alla direzione di marcia.
Lasciato il passo del Gotro, comincio a risalire i primi tratti ghiaiosi e poi la parte di sentiero denominato “scala santa” perché caratterizzato dalla presenza di gradoni, artificiali e no, agevolmente superabili anche con l’aiuto di alcune corde metalliche.
Ogni tanto saluto i rari escursionisti che stanno rientrando alla base e guardo quelli, anch’essi pochi, che mi precedono. La meta è, qua e là, visibile dal basso, ma è comunque molto lontana, anche perché ora occorre affrontare un nuovo, faticoso ghiaione prima di raggiungere le roccette finali.
Dal rifugio Dodici Apostoli (m. 2.487), grazie alle favorevoli condizioni meteo, posso osservare le cime circostanti, la grotta adibita a chiesetta durante la celebrazione di sante messe, e il gruppo adamellino non ancora avvolto dalle nubi previste dai meteorologi per il tardo pomeriggio.


Essendo le 10.30, la cucina del rifugio non è ancora pronta per sfornare minestrone o altri piatti e così mi faccio portare una abbondante fetta di torta con le noci: squisita davvero!
E’ ora di lasciare il rifugio e di tornare a Malga Movlina. Questa volta non sono solo perché un escursionista mi chiede di unirsi a me. È un signore trentasettenne, originario della Liguria, ora residente a Tione e dipendente di un’industria del settore energetico collocata a Storo.
La sua compagnia rende decisamente meno
noioso il rientro a Malga Movlina.
Fin qui tutto bene. L’imprevisto mi accade a Ponte Caffaro: per una mia svista, la ruota anteriore destra della mia macchina striscia un parapetto e sbatte contro un piccolo dislivello stradale. Il guaio meccanico mi costringe a parcheggiare l’automobile poco più avanti e a chiamare il soccorso presso la mia società assicurativa.
L’attesa del carro è piuttosto lunga e finalmente, dopo quattro ore, posso trasportare l’autovettura a Roè Volciano, dove nei prossimi giorni verrà riparata.
Per fortuna, Stefania e due nostri amici gentilmente vengono a prendermi e mi accompagnano a casa. Più che stanco, sono un po’ contrariato per l’accaduto.
La giornata, comunque, si conclude con una piacevole cenetta in un agriturismo.

Alcune immagini dell'escursione

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