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Il Passo delle Sette
Crocette sta ormai diventando un appuntamento abituale nella mia programmazione
escursionistica annuale: è la quarta volta che raggiungo questa
località anche se non sempre da Memmo. Due anni fa scelsi come
luogo di partenza il paesino di Graticelle.
Di buon mattino raggiungo la piazzetta del paese,
parcheggio l'automobile ed ecco che mi si fa incontro "Baffy",
un cagnolino già conosciuto l'anno precedente. Vedendomi togliere
lo zaino dal baule, intuisce le mie intenzioni e non mi lascia più:
come l'altra volta, egli mi accompagnerà lungo tutto il percorso
della escursione. La cosa, a dire il vero, non mi dispiace affatto perché,
essendo io da solo, avrò una simpatica, discreta e gradita compagnia.
Baffy, così l'ho battezzato, mi precede sul sentiero con passo
svelto e leggero; talvolta si gira verso di me, mi guarda mentre scatto
una fotografia ai fiori dei prati e alle montagne circostanti oppure mentre
arranco grondando sudore, ma non manifesta mai un gesto di impazienza;
anzi con il suo sguardo sembra volermi confortare ed incoraggiare.
Solamente in una circostanza egli appare titubante e mostra ringhioso
i denti: quando i tre cani di una mandria al pascolo si avventano minacciosamente
su di lui. In suo soccorso, subito, arrivo io e soprattutto i due "malgari"
che richiamano i loro animali. L'incontro con quell'unico gruppo di mucche
e lo spettacolo di varie malghe e baite circostanti ormai in stato di
abbandono mi riportano alla mente immagini datate solamente di un decennio
quando, lungo i fianchi di quelle verdi vallate, era tutto un pullulare
di animali al pascolo e di montanari impegnati nella falciatura dei prati.
Dopo tre ore di cammino, seguendo le indicazioni della relazione contenuta
nel bel libro di Renato Floreancigh "Itinerari di casa nostra",
arriviamo alla meta: il Passo delle Sette Crocette.
Lì offro a Baffy un po' d'acqua per dissetarsi e poi prendo dallo
zaino la scatola con il cibo. Il cagnetto annusa i fichi secchi, il cioccolato,
la mela che evidentemente non trova di suo gradimento. Così, per
ringraziarlo della compagnia, decido di riservargli tutta la fetta di
pecorino sardo: quella sì che la divora in pochi istanti!
Io lo guardo con simpatia e non sono affatto dispiaciuto di cedergli la
mia parte di squisito formaggio piccante.
Nel frattempo il cielo si è coperto di grossi nuvoloni che impediscono
a nord la vista sul gruppo dell'Adamello ma non a sud la contemplazione
della Corna Blacca, di cima Caldoline e del monte Guglielmo.
Il Passo delle Sette
Crocette è , o meglio era, un interessante punto di passaggio delle
mandrie e dei prodotti dell'alpeggio, essendo un valico che mette in comunicazione
l'alta Val Trompia e la Valle Camonica all'altezza di Bienno.
Scattate alcune fotografie
rituali al paesaggio circostante e al muretto a secco ove sono infisse
sette crocette di ferro (numero cabalistico di vecchie leggende legate
al brigantaggio) secondo qualche superstizioso buontempone, iniziamo la
discesa che si conclude due ore più tardi nella piazzetta di Memmo.
Vorrei accarezzare per l'ultima volta quel pataffolo di pelo...odoroso,
ma Baffy, dopo un ultimo sguardo di commiato, raggiunge l'abitazione del
suo padrone e scompare alla mia vista.
Risalendo in macchina,
mi viene spontanea una riflessione: Baffy aspetta ogni giorno nella piazzetta
gli escursionisti per scortarli lungo i sentieri delle montagne circostanti.
Ebbene, che cosa lo spinge a comportarsi così? Forse che nel salire
e nello scendere le montagne senza nulla chiedere in cambio abbia egli
trovato quella felicità che Leopardi nega a tutti gli esseri viventi?
Oppure che la felicità risieda nell'aiutare il prossimo, chiunque
egli sia? Grazie di tutto, Baffy: l'appuntamento è per il prossimo
anno.
Giovedì,
14 luglio 2005
Puoi vedere l'album
fotografico della escursione.
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