Al Monte Baldo (scialpinismo) |
Siete qui: Homepage > Escursioni > Escursioni1 > Escursioni2 > Monte Baldo In questi freddi mesi invernali ho pensato di unirmi alla sezione CAI di Bozzolo (Mantova) per partecipare al corso di scialpinismo e condividere la passione della montagna con nuovi amici. Domenica 22 gennaio 2006 era prevista la prima uscita con la classica meta del Baldo, una montagna che sorge sulla sponda orientale del lago di Garda. Di buon mattino con le macchine raggiungiamo Prada, piccola frazione di san Zeno di montagna, situata a 935 metri sul livello del mare, ed iniziamo a salire lungo lo stretto canalone che accompagna i vari piloni della cabinovia fino al Rifugio Mondini (mt. 1500). L'istruttore, dopo il controllo del regolare funzionamento dell'arva, il prezioso strumento di ricerca di sfortunati sciatori travolti e sepolti da una valanga, ci impegna nell'apprendere la tecnica della salita e in particolare quella definita "dietro front a monte". La spiegazione è chiarissima, ma l'esecuzione da parte di noi allievi non è subito agevole e sciolta. Anzi...i nostri iniziali tentativi appaiono goffi ed impacciati. Dopo varie ripetizioni, comunque, il movimento diviene più coordinato. La salita continua
e diventa, per me che sono il meno allenato del gruppo, più faticosa:
oltre al "fiatone", devo registrare, con qualche preoccupazione,
un indurimento muscolare alla coscia sinistra. Raggiunto il Rifugio Mondini, si prosegue senza alcuna sosta e, finalmente, dopo due ore di risalita lungo il ripido pendio e di lotta con un forte vento che solleva nevischio tutto attorno a noi, arriviamo alla meta: il rifugio Fiori del Baldo (mt. 1850) a cui è agganciato il secondo tratto della seggiovia e che è stato ricostruito nel 1994 in muratura sulle rovine dell'ex Rifugio Cornetto distrutto da una tromba d'aria nel 1984. Nel frattempo è
apparso il sole, ma il freddo rimane così intenso che nemmeno oso
estrarre dallo zaino la macchina fotografica. Sciare su neve non battuta richiede una abilità che io possiedo solo in piccola parte e quindi mi ritrovo più volte a rotolare goffamente nella neve. Per fortuna le cadute non hanno per me nessuna conseguenza. Non così avviene per un ragazzo del mio gruppo: uno sci gli si "pianta" letteralmente nella neve accumulata dal vento e la caviglia destra subisce una rotazione innaturale. Lo stiramento del legamento non gli impedisce di continuare faticosamente la discesa, ma lo costringerà al riposo forzato per alcune settimane. Una riflessione finale mi accompagna lungo la strada del ritorno: il pendio del Baldo lungo il versante gardesano è chiamato Costabella. Tale nome mi appare quanto mai calzante rivivendo nella mia mente lo spettacolo di luci e di colori offerto dall'azzurro intenso del lago e dal bianco delle nevi del Monte Baldo. IL MONTE BALDO:
notizie utili. Monte Baldo visto da Peschiera del Garda Il lago di Garda visto dal pendio "Costabella" del Monte Baldo Pralboino, 25 gennaio 2006 [ CHIUDI ] |