Monte Cornetto (2060 mt.) - Folgaria (scialpinismo)

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Domenica 5 marzo 2006 ho partecipato alla 4^ escursione scialpinistica con il Cai di Bozzolo. La meta prescelta era il Monte Cornetto in località Folgaria (TN). Le abbondanti precipitazioni nevose dei giorni precedenti e il forte rischio di valanghe, hanno indotto i nostri istruttori a scegliere un itinerario sicuro in quanto si svolge quasi interamente lungo una vecchia pista ormai completamente abbandonata dagli sciatori su pista.

La pioggia ci accompagna insistente lungo tutta l'autostrada fino a Rovereto e, in località Costa di Folgaria m 1190, si trasforma in abbondanti fiocchi di neve.
Nei pressi di una pizzeria con ampio parcheggio (che serviva agli impianti di risalita ormai in disuso) mettiamo gli sci ai piedi e cominciamo a salire seguendo la pista da sci.
Dopo una curva a destra si sale ripidamente fino a sbucare nelle vicinanze di un vecchio edificio un tempo adibito a ristorante. La pista diventa più ampia e ripida e così gli istruttori chiedono a noi allievi di "aprire la traccia" nella neve fresca. Anche a me tocca di tracciare il percorso per un tratto e di provare le inversioni a monte, che mi riescono più agevoli con il paio di sci corti acquistato in settimana.
Raggiunta la stazione a monte ci inoltriamo nel bosco girando a sinistra e seguendo le indicazioni di una tabella segnavia, che conduce in obliquo a raccordarsi nuovamente con la pista prima dell’anticima.

Dopo una breve sosta nei pressi dei ruderi del vecchio skilift e senza aver ammirato, a causa delle dense nuvole, il panorama offerto dalle circostanti Vallagarina, Valsugana e Valdastico, affrontiamo i preparativi per la discesa.

Nonostante il notevole strato di neve fresca, questa volta la sciata mi riesce meno faticosa e più divertente, anche se ancora condita da alcune cadute fortunatamente senza conseguenze.
Non così avviene per l'amico Fabio, già vittima di uno stiramento ai legamenti della caviglia nell'uscita di gennaio sul monte Baldo. In un tratto per nulla difficile i suoi sci si "piantano" nella neve e subito appare chiaro che la caviglia torna a fargli tremendamente male. Gli istruttori approntano una barella di emergenza, mentre qualcuno raggiunge la piazzetta di partenza per chiedere aiuto. Un "gatto delle nevi" risale il pendio per prelevare l'infortunato.

Ancora una volta ho avuto la dimostrazione di come una "ciambella non sempre riesca con il buco": i capogita avevano scelto un itinerario frequentato sia perché non presentava particolari difficoltà "tecniche" sia perchè vi era l'assenza di pericoli oggettivi (valanghe), eppure il destino ha voluto scombinare, almeno in parte, il nostro programma.

Pralboino, 8 marzo 2006

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