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Domenica
21 luglio 2019, con l’amico dottor Giancarlo di Cadimarco, si risale
la Valsabbia fino a Lavenone per poi raggiungere la Corna Blacca dalla
località Vaiale (950mt.). Parcheggiamo la vettura nei pressi dell’agriturismo
"Piccole Dolomiti" e sorseggiamo un caffè prima di mettere
gli zaini sulle spalle e di incamminarci per la strada sterrata.
La mia attenzione è anche attirata da due sorprendenti cartelli
collocati nel bel giardino dell’alberghetto: il primo parla del
profumo della fienagione estiva in montagna; il secondo riporta alcuni
versi dal libro “Satire” del poeta latino Orazio:
“Ciò era negli auspici: un po' di terra, non troppa,
con un orto e una fonte d'acqua sorgiva vicino alla casa, e in più
un po' di bosco.”
Dopo
15 minuti di cammino spedito, lasciamo la strada sterrata e prendiamo,
sulla destra, il sentiero che sale al Passo di Berga (1527 metri). Da
lì si possono ammirare il Dosso Alto e la strada che collega il
Passo Baremone con il Maniva.
Dopo un tratto su strada asfaltata, percorriamo sulla sinistra il sentiero
che sale fino al Passo Portole (1726 metri) e alla vicina capanna Tita
Secchi. Una breve sosta e il cammino riprende in direzione della Corna
Blacca.
Ci attendono altre due ore circa di salita impegnativa prima di arrivare
in vetta (2006 metri). In realtà sono due cime di uguale altezza
a poche decine di metri di distanza.
Su una vi è il cippo dedicato ai partigiani con una bella statua
(raffigurante una Pietà) posata nell'agosto del 2008. Sulla seconda
vi è una crocein ferro.
Da lassù la vista è fantastica e spazia a 360 gradi sulle
montagne circostanti, ricche di folti e vigorosi faggeti. La fatica della
salita è presto dimenticata e cresce in noi l’emozione per
aver raggiunto la vetta.
Il mio pensiero va anche ai giovani caduti durante il periodo della Resistenza
e al signor Vincenzo Chiesa, ospite della casa di riposo di Pralboino,
che mi regalò un commovente racconto della sua esperienza partigiana
nell’alta Valsabbia. Se qualcuno volesse leggere i suoi ricordi
di partigiano può aprire il sitoweb della casa di riposo cliccando
questo
link
Consumate le frugali cibarie portate fino lassù nei nostri zaini,
iniziamo la discesa scegliendo un percorso diverso da quello della salita.
Seguiamo il cartello “Casinello di Paio” scendendo diagonalmente
un prato molto ripido. Arrivati alle due baite delle Cascine di Paio di
Sopra, probabilmente non siamo riusciti a trovare il sentiero indicato
nelle nostre annotazioni per raggiungere la cascina Paio di Sotto. Abbiamo
così seguito un altro sentiero che, con giro più largo,
ci ha comunque riportati a Vaiale.
In conclusione: una escursione lunga (4 ore di salita e 3 ore di discesa),
faticosa soprattutto nel tratto finale, ma ricca di personali emozioni.
Alcune
immagini dell'escursione
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