Dal Sindech al Becco di Filadonna (mt. 2150) |
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maggio 2007 è il giorno fissato per una escursione sulle montagne
del Trentino con gli amici di Asola (Mn): Attilio Cappellini, Franco Lui
e il pediatra dott. Beluffi. Raggiunto il bar ristorante
Sindech, presso il passo della Fricca, ci carichiamo gli zaini sulle spalle
ci inerpichiamo per il sentiero n. 442. La sua pendenza fino al rifugio
Casarota (mt. 1572) è notevole e spesso dobbiamo tirare il fiato
con brevi pause. Il sentiero è sempre ben evidente, ma le nuvole basse impediscono di ammirare il paesaggio circostante. Durante la salita abbiamo la fortuna di vedere, seppure di lontano, due splendidi camosci che addolciscono il nostro disappunto per l'assenza della vegetazione arborea: ovunque, attorno a noi,ci sono tronchi e pini mughi completamente secchi, carbonizzati da un incendio che deve risalire a qualche anno prima dal momento che erbe e fiori stanno ora ricrescendo. Dopo circa due ore,
siamo in vetta: prima tocchiamo la roccia ove si erge una grande croce
in ferro e poi risaliamo alcune roccette per raggiungere il "Becco
di Filadonna". Sia nella salita sia
nella discesa la mia mente si è ripetutamente soffermata sulla
imminenza del mio pensionamento. Dal settembre prossimo, infatti, non
sarò più un insegnante attivo nella scuola. La cosa, al
momento, non mi emoziona affatto, non mi esalta e neppure mi abbatte:
la vivo come uno dei tanti eventi della vita. Eppure in fondo al cuore
avverto una vocina che mi sempre più spesso mi chiede: "Hai
fatto una scelta opportuna? Non sei stato precipitoso? Ti mancherà
il rapporto quotidiano con gli allievi e con l'azione educativo-didattica?" Ecco le immagini
dell'escursione. Pralboino, 18 maggio 2007 P.S.:
scusate, ma a distanza di due giorni dalla nota precedente, mi viene spontanea,
a proposito della tecnica per le fotografie macro, la famosa espressione
manzoniana "Carneade, chi era costui?". A presto :-) [CHIUDI]
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