"Racconti di montagna" a cura di Davide Longo |
Siete qui: Homepage > Letture > "Acqua" di Bapsi Sidhwa
Siamo negli anni 1930-40: una bambina di nome Chuyia
(che significa "Topolino") all'età di 6 anni viene promessa
da suo padre bramino come sposa ad un uomo anziano; a 7 anni vengono celebrate
le nozze e l'anno successivo rimane vedova. Dopo lo smarrimento iniziale dovuto anche alla rasatura del capo e all’abbandono forzato di ogni parvenza di femminilità, Chuyia rifiuta il suo destino che non comprende e rompe l’equilibrio interno della congregazione di vedove appartenenti a varie generazioni. Si scontra duramente con la flaccida e intrigante Madhumati che dirige la casa delle vedove e altri lucrosi traffici (prostituzione e droga), trova comprensione nell’anziana Bua, diventa amica della giovane, bellissima e sfortunata Kalyani che mantiene l’ashram prostituendosi per volere di Madhumati, e scopre una madre inattesa nella nobile Shakuntala, sempre più tormentata dal dissidio tra la fedeltà alla tradizione hindu e l'adesione al rinnovamento proposto da Gandhi. Il finale è, ad un tempo triste e aperto alla speranza: Kalyani, dolce e rassegnata vedova-prostituta per volontà di Madhumati, non riusce a coronare il suo sogno d'amore con il prestante e idealista Narayan, mentre per Chuyia si intravvede una via di riscatto grazie ai seguaci di Gandhi, che la accolgono nella propria comunità. Pralboino, 13 gennaio 2008 |