Punta Almana (mt. 1390) da Portole di Sale Marasino

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Anche per quest'anno la sessione d'esami di licenza media è ormai conclusa: giovedì 28 giugno, dopo la Ratifica finale e un collegio dei docenti incentrato sui vari questionari relativi alla "qualità" delle proposte didattiche per l'a.s. 2006-2007, il Preside ha proclamato il "rompete le righe".

Nella mia mente è scattato subito il richiamo della montagna: perché non fare una bella escursione sulle montagne bresciane e riscaldare il "motore" per salite più impegnative?
Una chiamata telefonica ad Attilio ed al dottor Beluffi e la scelta della meta è presto decisa: Punta Almana, ma non dal versante della Valle di Gardone, come vorrei io, bensì da Sale Marasino (località Portole).

Lasciata l'automobile nel parcheggio antistante la trattoria omonima, il sentiero-mulattiera inizia e procede con una pendenza non eccessiva ma costante, senza tratti che facilitino il recupero. Fortunatamente, nei giorni precedenti, alcune camminate e pedalate in pianura mi hanno permesso di tenere in allenamento i muscoli e così la faticosa salita mi comporta abbondanti gocce di sudore ma pochissimo acido lattico nei muscoli.

E' un piacere salire respirando un'aria limpida, pura, intrisa di odori tipici dell'erba appena falciata o del fieno quasi essiccato e pronto per essere stivato nelle baite. Ovunque risuona il monotono scampanio delle mucche al pascolo. Qui, forse anche per la quota ancora bassa, vi sono numerose malghe aperte per quasi tutto l'anno e viene praticato l'alpeggio.

A rinfrancare le nostre forze contribuisce lo spettacolo che, passo dopo passo e tra una fastidiosa foschia, si apre alle nostre spalle sul Lago di Iseo e sul bianco santuario della Madonna della Ceriola eretto nel punto più alto di Montisola.

Prima di inerpicarci su un ripido pendio erboso e toccare la vetta ove è collocata una enorme croce in ferro, attraversiamo una pineta talmente fitta che i raggi di sole non riescono a filtrare; veramente ci sembra di camminare sul velluto tanto è reso soffice il sentiero per i milioni di aghi caduti dai rami secchi più bassi.

Un altro momento emozionante è stato l'incontro con tre esemplari di Lilium bulbiferum o Giglio di San Giovanni.

Lilium bulbiferum o Giglio di San GiovanniDa lassù si gode un panorama grandioso, anche se la nostra vista è limitata dalla foschia: in basso risplende l'azzurro intenso del lago di Iseo solcato da alcuni battelli che, in navigazione, lasciano dietro di sé spumeggianti, biancastre scie. Vicino alla sponda del lago è visibile anche la Corna Trentapassi. Purtroppo, seppure a poca distanza in linea d'aria in direzione nord, non riusciamo a contemplare il monte Guglielmo, avvolto dalle nubi.

Nota di colore: sulla Punta Almana, un pastore tedesco femmina, appartenente ad una signora salita fin lassù da Gardone Valtrompia, mi ha rivolto grande attenzione quando ho estratto dallo zaino la bottiglia della minerale leggermente frizzante. L'animale era talmente assetata che in pochi minuti s'è bevuta tutta l'acqua leccandola da una ciottola improvvisata: le mani piegate a forma di "coppa" di Attilio.
Mi sono così ricordato di un caso analogo durante l'escursione sul monte Ario.

Sfoglia le immagini della gita.

Pralboino, 1 luglio 2007

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