Al monte Conche (da Piezze di Nave)

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La giornata che ricorda la nascita della Repubblica Italiana, dopo il nefasto ventennio della dittatura fascista, è dedicata ad una escursione nella zona collinare posta tra Nave e Lumezzane: il monte Conche (mt. 1157). Nei pressi della cima sorge un suggestivo Santuario dedicato alla Madonna della Misericordia, meta di escursionisti ma anche di persone che aspirano alla riflessione interiore e alla preghiera nel silenzio della natura.
Il Santuario, che si trova quasi alla sommità del monte, fu fondato dall’eremita S.Costanzo. Nello scorrere del tempo, esso fu abitato dalle monache sino al 1700.
Nei pressi del Santuario vi è un imponente monumento degli Alpini.
Suggestivo è anche il percorso della Via Crucis (croci in legno con numerazione romana) collocato tra il Santuario e la vetta erbosa del monte Conche.
Santuario di Conche (foto F. Solina)

Lasciata l'automobile in località Piezze (mt. 272), imbocchiamo il sentiero che si innalza verso la chiesetta di San Antonio, tenuta in ordine da un gruppo di volontari. Successivamente, tra antichi castagni, raggiungiamo la località "Cà del Ruer", ove il fresco zampillo di una sorgente offre ristoro alla nostra sete e un momento di sosta per ammirare maestosi carpini e frassini.
Riprendendo il sentiero, la vegetazione si fa via via più rada e così ci fa intravedere da lontano il roccolo "El Pater", un altro punto obbligato di passaggio prima di raggiungere la cima del monte Conche.
Il roccolo è molto grande ma vi si respira un non so che di sinistro e funereo: le due o tre postazioni per i cacciatori nascoste tra la vegetazione mi richiamano l'idea dei bunker e poi vi è un curioso cartello che avverte della presenza di un sistema di videosorveglianza in perenne funzione.
La tristezza che quel luogo di morte mi trasmette contrasta fortemente con il meraviglioso canto degli uccelli, un vero piacere dell'udito e dello spirito, tra la vegetazione che si è rifatta abbastanza fitta. Il commento di Attilio è: "... e pensare che nel prossimo autunno molti di loro non canteranno più e andranno ad arricchire gli spiedi dei valligiani!".
Finalmente tocchiamo la cima della montagna e lasciamo correre più la fantasia che gli occhi per ammirare le montagne circostanti seminascoste da foschia e da nuvole.

Anche in questa occasione ho combinato un guaio, portando con me la macchina digitale ma priva delle indispensabili batterie per un regolare utilizzo.
Ecco perché mi vedo costretto a usare lo scanner per riprodurre almeno una fotografia del luogo togliendola dal libro "100 itinerari per tutte le stagioni" di Franco Solina, che ringrazio cordialmente.

02 giugno 2008

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