Cima Telegrafo mt. 2200 (monte Baldo) dalla Val Trovai

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Ritorno sulle balze del monte Baldo, questa volta salendo dalla Val Trovai con partenza da quota 1.085 metri. Il che significa un dislivello di circa 1100 metri da affrontare, secondo la tabella segnaletica, in 3 ore e 10 minuti.
Siamo in tre: Attilio Cappellini, Sandro Baracchi ed il sottoscritto.

La giornata si annuncia buona: ci accompagna il sole in un cielo abbastanza limpido e terso.
La fatica della salita lungo il canalone è attenuata dallo spettacolo dell'azzurro cupo, appena rigato dalla scia bianca lasciata da qualche battello, del lago di Garda, che, di quando in quando, ci attardiamo a contemplare dall'alto.

E' veramente un piacere procedere sul sentiero privo di asperità, apprezzando appieno il silenzio dei monti non frequentati da numerosi appassionati della montagna in questo periodo, forse anche perché è sabato e molti sono impegnati con il lavoro o con la famiglia.

Un altro momento emozionante lungo la salita è stato l'incontro con tre camosci, niente affatto spaventati dalla nostra presenza. Pure un'aquila maestosa dall'alto ci ha degnati di alcuni sorvoli per poi sparire al'orizzonte.

Il tratto finale ci ha richiesto un supplemento di fatica per la presenza di un nevaio da attraversare in leggera diagonale prima di toccare il punto dove sorge il rifugio "G. Barana", ovviamente ancora chiuso nel mese di maggio.

Prima di dare fondo alle vivande e alle bevande, riesco a leggere un brano del Vangelo in cui si parla della gioia del servizio

"Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri... In verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica".

Lavare i piedi è un gesto proprio di uno schiavo, un gesto che sembra portare discredito e disonore a chi lo compie. Gesù stravolge questa logica tipicamente umana: servire il fratello, amarlo, aiutarlo, sfamarlo e dissetarlo, asciugarne le lacrime, curarne le ferite sono atteggiamenti consigliati per scoprire la gioia del servizio e il segreto della felicità. Devo cercare di metterli in pratica anche nella mia quotidianità.

Questa volta, purtroppo, non ho immagini da pubblicare! Un vero peccato, ahimé!
Il motivo?
La mia macchina fotografica è stata da me dimenticata sull'autovettura.

Pralboino, 4 maggio 2008

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