Monte Caplone (mt. 1976) e Cima Tombea (mt. 1950) (Valvestino)

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L'Altopiano di Rest è situato nel territorio della Valvestino, zona posta tra il lago di Garda ed il lago d'Idro, all'interno del Parco Alto Garda Bresciano. Là si possono fienile con tetto spiovente e copertura di pagliavedere le tipiche strutture rurali di origine austro-ungarica con tetto a paglia. Alcune sono state adattate per ospitare turisti e sono dotate di ampio soggiorno con cucina attrezzata, servizi igienici e reparto notte.
Dopo la rituale visita e lo scatto di alcune foto alle caratteristiche costruzioni con tetti spioventi, prendiamo l'ampio sentiero per raggiungere la vetta più alta, il monte Caplone (mt. 1976), detto anche Cima delle Guardie, poiché, secondo alcuni, segnava il confine fra Italia e Austria o, comunque, era posto di osservazione delle guardie lungo il confine.
Il gruppo è costituito da 4 compagni, oltre a me ovviamente: Attilio, Sandro, Stefano e Luciano, tutti alquanto spiritosi e "mattacchioni".

Il passo è spedito e abbastanza sciolto, nonostante in alcuni tratti la mulattiera proponga una notevole pendenza. Ben presto raggiungiamo Malga Alvezza per prendere poi, al successivo bivio, il sentiero di sinistra.
Qua e là troviamo anche pannelli che presentano le caratteristiche principali della vegetazione endemica presente nel Parco Alto Garda Bresciano.

Dalla Bocca Campei alla cima del Monte Caplone dobbiamo salire su un nevaio che è ancora abbastanza compatto e gli scarponi affondano solo leggermente sotto il peso dei nostri corpi e degli zaini, ma ciò è sufficiente per inumidire "a dovere" scarponi e calzettoni.
Lassù ci attende l'incanto delle vette delle Prealpi Bresciane, dei gruppi Adamello e Presanella, del Brenta, del Baldo ma anche, in lontananza, il gioco dei riflessi azzurrognoli delle placide acque dei laghi di Garda e di Iseo.

Lungo il percorso di rientro, Attilio esprime il desiderio di toccare la vicina e prativa cima Tombea (mt 1950). Io sono l'unico a raccogliere la sua richiesta e così, in coppia, raggiungiamo Malga Tombea e successivamente risaliamo il sentiero fino alla vetta, ove sorge un muretto cilindrico su cui sono collocate frecce direzionali per facilitare l'escursionista nel riconoscimento delle principali montagne circostanti.
Il rientro avviene per lo stesso itinerario della salita.

Trascrivo qui il testo "Grazie montagna" di Battistino Bonali, dedicato da uno sconosciuto ad un altrettanto imprecisato amico Andrea e fatto incidere su una targa in vetta al monte Tombea:

Grazie montagna per avermi dato lezioni di vita,
perché faticando ho imparato a gustare il riposo,
perché sudando ho imparato ad apprezzare
un sorso d'acqua fresca, perché stanco mi sono fermato
e ho potuto ammirare la meraviglia di un fiore,
la libertà di un volo di uccelli,
respirare il profumo della semplicità,
perché solo, immerso nel tuo silenzio,
mi sono visto allo specchio e spaventato
ho ammesso il mio bisogno di verità e amore,
perché soffrendo ho assaporato la gioia
della vetta percependo che le cose vere,
quelle che portano alla felicità,
si ottengono solo con fatica,
e chi non sa soffrire
mai potrà capire
.

Nelle parole-preghiera di Bonali trovo una mirabile sintesi di ciò che dovrebbe "essere e vivere" un appassionato della montagna.
Ciascuno di noi si chieda: "so vivere l'esperienza di andare sui monti con la stessa sensibilità, con lo stesso stupore della scoperta ma anche con lo stesso rispetto della natura che mi parla della perfezione del creatore?"
Certi comportamenti di maleducazione (l'abbandono di lattine e di rifiuti vari, lo strombazzamento di ciclomotori, il sorvolo di elicotteri per turisti ecc.), da me frequentemente rilevati lungo i sentieri e sulle cime, qualche dubbio me lo fanno sorgere, ahimé.

E' online la galleria di fotografie della escursione.

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